Aumentano gli anziani nel territorio eugubino-gualdese

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Si è svolta lo scorso 30 dicembre, alla presenza del vicepresidente della regione Roberto Morroni, dei sindaci di Gubbio Filippo Mario Stirati, di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, di Nocera Umbra Giovanni Bontempi, di Fossato di Vico Monia Ferracchiato e di Sigillo Giampiero Fugnanesi presso il suggestivo Castello di Baccaresca, la presentazione del 3° censimento sugli over 65 residenti nel territorio degli otto comuni dell’eugubino-gualdese. L’incontro è stato aperto dai saluti istituzionali del sindaco di Gubbio che, oltre a complimentarsi per le iniziative del circolo Acli Ora et Labora di Fossato di Vico, che rappresentano degli spunti importanti per chi ha compiti amministrativi, ha sottolineato il ruolo fondamentale che ricopre l’associazionismo. Un valore inestimabile di conoscenza del tessuto locale animato da tanti cittadini mossi da grandi passioni civili ed umane. Stirati, per rispondere alle esigenze di un territorio che a causa della crisi economica sta vivendo un progressivo spopolamento unito ad un inesorabile invecchiamento, ha invitato a fare squadra, facendo rete fra tutti gli attori coinvolti, in primis le amministrazioni locali, per scongiurare una deriva di impoverimento e per rilanciare questa zona dell’Umbria che ha ancora tante potenzialità per il futuro in particolare grazie al turismo, all’artigianato, ai prodotti agricoli e alle tipicità locali. Il prof. Sante Pirrami ha presentato, come di consueto attraverso le slide, i dati che presentano alcuni spunti di riflessione davvero importanti anche per orientare le politiche sociali del futuro. Gli over 65 sono 16933 su un totale di 62701 abitanti, il 27,01% della popolazione. Un dato dell’1% superiore rispetto allo scorso anno e che è sostanzialmente più alto rispetto a quello nazionale del 22,8%. Record di anziani nei comuni di Scheggia e Pascelupo con il 31,7% e Costacciaro con il 31,37%, Fossato di Vico si conferma invece il territorio più giovane con il 25,86% di over 65. Le fasce di anziani sono state divise, come nelle precedenti ricerche, in tre in base all’età: “Giovani anziani” 65-74, “Anziani” 75-89 e “Grandi Anziani” oltre i 90 anni. La fetta maggiore riguarda quella dei “Grandi Anziani”, dato spiegabile in quanto i nati in questa fascia d’età sono riferibili al periodo storico, dagli anni 30 al 1942, in cui il regime fascista premiava le famiglie prolifiche. Le donne che vivono anagraficamente sole sono mediamente il doppio rispetto agli uomini. Infine gli anziani che vivono in residenze protette sono numericamente pochi, un dato che dimostra una loro sostanziale autosufficienza e una grande disponibilità da parte delle famiglie a prendersene cura. Nella sua brillante relazione il prof. Paolo Montesperelli ha confrontato i dati locali con quelli umbri e nazionali dando, dall’alto della sua straordinaria esperienza di sociologo, alcuni interessanti quadri di lettura delle dinamiche demografiche. Dal 2014 al 2018 il calo demografico in Italia ha fatto perdere oltre 1 milione di abitanti recuperati soltanto per la metà dall’arrivo di stranieri. In Umbria invece a calare sono stati anche i residenti non italiani ed il calo è stato maggiore della media nazionale. La speranza di vita oggi in Umbria è di 86 anni per le donne e di 82 per gli uomini, circa 1 anno in più rispetto al dato italiano. Gli over 65 nel cuore verde d’Italia sono il 25,6 %, quasi il 3% in più della media nazionale. In questo quadro di progressivo invecchiamento devono allarmare i dati di alcuni comuni del territorio eugubino-gualdese che, facendo riferimento all’indagine dell’Agenzia Umbria Ricerche sulla salute demografica, sono a rischio grave, come Scheggia e Costacciaro o precario come Nocera Umbra. L’invecchiamento porta inevitabilmente a delle conseguenze sul piano dello spopolamento di aree, riguardo la diminuzione del pil pro capite in quanto cala la popolazione in età da lavoro, in un cambio degli stili di vita e di consumo e in un accrescimento dei problemi legati alla protezione sociale soprattutto per ciò che concerne la previdenza e la sanità. Un dato che fa riflettere e che rappresenta una novità non certo da accogliere di buon grado, è che negli ultimi anni il reddito dei giovani è minore di quello degli anziani. Per la prima volta la vita della generazione successiva non è migliore di quella della precedente. Alcuni dati lo dimostrano in modo emblematico. In 15 anni i giovani occupati sono passati da 1/3 ad 1/5 rispetto del totale, in Umbria nel 2018 la percentuale di famiglie in povertà assoluta era dell’11,2 nei giovani e del 3,9% negli anziani. La spirale che parte dall’impoverimento dei giovani causato da disoccupazione, lavoro precario o mal retribuito, genera inevitabilmente un calo del numero delle famiglie, delle nascite ed un invecchiamento della popolazione. Questo meccanismo perverso va spezzato affinché si rimetta in equilibrio un sistema di welfare che in un futuro prossimo non potrebbe più reggere. La spesa per gli anziani è infatti già al 13,9% del Pil, un dato superiore alla media europea. In un quadro economico nazionale in difficoltà, quello umbro è ancora peggiore e le pensioni rappresentano un’entrata sicura che funge da protezione per l’anziano, ma sempre più spesso anche da ammortizzatore sociale per le famiglie dei più giovani, si crea quello che viene definito una sorta di welfare familiare. Se l’andamento economico umbro è quindi a tinte fosche, molto meglio va la coesione sociale anche grazie al prezioso contributo degli anziani sempre più protagonisti e partecipi nella vita pubblica ed associativa. Sono molto più istruiti di un tempo, maggiormente impegnati nel sociale e portatori di istanze sempre più impellenti verso il ceto politico. L’incontro si è concluso con i saluti del vice-presidente della regione Umbria Roberto Morroni che ha rinnovato gli apprezzamenti per le iniziative acliste ricordando quanto la politica debba farsi carico di capire la differente natura dell’anziano di oggi e, sulla base di questo, riorganizzare le politiche di welfare che spesso non sono al passo con i cambiamenti demografici in atto. Tutto questo per calibrare al meglio le risorse future anche alla luce della digitalizzazione e delle straordinarie opportunità che questa nuova frontiere potrebbe rappresentare anche per gli anziani. L’assessore regionale ha anche voluto mandare un forte segnale di fiducia agli umbri invitandoli a riscoprire la voglia di futuro, di domani, cogliendo le opportunità che i cambiamenti possono portare, non rimanendo statici dentro comode zone di comfort, ma diventando protagonisti della crescita della comunità. Domani deve essere migliore di oggi, con questo auspicio Roberto Morroni ha chiosato il suo intervento. A conclusione del convegno don Raniero Menghini ha celebrato insieme al diacono Elvio Frigio, la santa messa in ricordo degli aclisti defunti prima della tradizionale cena con lo scambio di auguri.

William Stacchiotti
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