L’impegno dei cristiani per reagire al disfacimento, l’analisi del Prof. Antonio Pieretti

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Un incontro partecipato, coinvolgente che a tratti ha fatto emergere, in modo talvolta duro e diretto, la situazione difficile dell’Italia. Debolezza economica, precarietà del lavoro, ma anche problematiche sociali, relazionali ed identitarie. Nella splendida sala del Castello di Baccaresca il Professore Sante Pirrami, presidente del circolo Acli Ora et Labora, ha salutato i numerosi presenti evidenziando, nel breve intervento di apertura, i dati sconcertanti sui redditi dichiarati dagli italiani secondo l’Istat e sui drammatici livelli di disoccupazione giovanile e non solo. Un quadro a dir poco allarmante che preoccupa e che stride con i troppi privilegi ancora presenti nel Paese. La situazione necessita di risposte forti e potrebbe aprire il campo a rivoluzioni che si spera, possano essere soltanto di idee e di valori. Il Professor Pieretti nel suo intervento a tutto campo, ha sottolineato la complessità di un argomento vasto ed impegnativo come quello del convegno. La premessa fondamentale è ribadire con chiarezza la quasi ineluttabilità di cicli storico-economici che con una certa cadenza, portano l’umanità ad affrontare periodi, più o meno lunghi, di crisi. Pur nei momenti più splendenti, ad esempio nel Rinascimento, in cui molte città italiane erano all’avanguardia in Europa, esistevano delle enormi sacche di povertà e delle disparità rilevanti fra le varie classi sociali. Nell’Italia di oggi c’è purtroppo una penuria significativa di classe dirigente a partire da quella politica. Questo comporta una modestia generale e politici facilmente ricattabili, inclini al compromesso, soggetti a pressioni che cercano il consenso ed i voti attraverso accordi spesso discutibili. Da nord a sud si assiste a spettacoli indegni con malefatte e corruzione imperanti a scapito dell’interesse dei cittadini. Altro atavico problema molto italico è l’immane macchina burocratica che frena il Paese e che ha un gigantesco potere ricattatorio verso la politica ed i cittadini. Un vero e proprio potere autoreferenziale che tutela se stesso prima di tutto il resto. Non fa certo molto meglio la magistratura. Le sentenze arrivano con grande lentezza, ricorsi su ricorsi rallentano anche l’attività economica e si arriva, dopo i vari appelli, alla cosiddetta verità giudiziaria che non sempre corrisponde alla verità con la v maiuscola. Assistiamo a magistrati che peccano di protagonismo, con interventi ad orologeria in determinate situazioni e che non pagano pur sbagliando. Non potevano di certo mancare le banche nella pungente analisi del Professor Pieretti. Attualmente sembrano non svolgere a pieno il loro ruolo di impulso e di stimolo all’imprenditoria. Gli scandali degli ultimi anni, con il fallimento di diversi istituti periferici, hanno messo alla luce la mediocrità dei consigli di amministrazione locali guidati sostanzialmente da organismi nazionali. Consiglieri perennemente ai loro posti senza gli essenziali ricambi, usciti immuni dalla tempesta ed addirittura premiati con importanti benefits arrivati nonostante risultati pessimi ed a pagare, purtroppo, sono soltanto ignari cittadini. Non esula da questa amara analisi anche la chiesa intesa come istituzione. La burocrazia abbonda anche a queste latitudini, il carrierismo e l’ego non sono assenti e l’immagine che ne esce non è davvero entusiasmante. C’è chi si oppone aspramente alle riforme avanzate dal nuovo Pontefice anche nelle periferie del mondo cattolico ed anche in quelle parrocchie troppo legate alle tradizioni ed alle burocrazie e poco avvezze a considerare che, la vita stessa della chiesa, dipende dalla comunità e dalle opere che questa è in grado di mettere in campo per aiutare il prossimo e chi è nel bisogno. Questo cocktail di mediocrità e di inefficienze, condite da corruzione, non può che indurre tanti imprenditori a lasciare l’Italia ed a scoraggiare nuovi potenziali capitani d’azienda. Chi rimane e combatte sono soprattutto le realtà più dinamiche, delle vere e proprie eccellenze che finiscono spesso in mani straniere. Non un dramma se tutto questo non comportasse, talvolta, delle gravi ricadute occupazionali e se ci fosse una certa reciprocità nel vedere aziende italiane conquistare mercati esteri e realtà produttive straniere. Questo quadro socio-economico a tinte fosche non deve comunque scoraggiarci. É opportuno reagire partendo in primis dalla realtà vera che non sempre viene raccontata dai mezzi di comunicazione tradizionali troppo occupati a pensare agli aridi dati numerici dell’audience. C’è bisogno di dare risalto a chi non fa notizia, ai tanti volontari, alla miriade di associazioni di varia estrazione che fanno grandi opere nel silenzio e nell’anonimato. Lottano quotidianamente sopperendo anche alle carenze delle istituzioni. Testimonianze tangibili di donne e uomini che vanno recuperate ed evidenziate. Esperienze che mettono al centro i valori e le opere. Come non pensare ai tanti volontari impegnati nell’accoglienza di chi, avendo perso tutto, lascia le proprie terre per arrivare in Italia. Il rispetto della dignità della persona umana deve essere la stella polare per ogni cristiano che voglia dirsi tale. Accogliere e dare opportunità a chi arriva, pretendendo il rispetto delle regole, è un segnale di grande apertura e di testimonianza accettando innanzitutto l’uomo in quanto tale. Ultima considerazione rispetto alla famiglia, nucleo essenziale di ogni società. Si tende a minimizzarne il ruolo, si cambia famiglia e partner con disarmante facilità generando smarrimento e crisi di identità. Se la famiglia si sfalda e perde il suo vero valore, avremo figli più fragili ed insicuri senza una guida ed un orientamento ben definito. In questa situazione di difficoltà generalizzata un po’ a tutti i livelli, si profila all’orizzonte un terreno vasto per i cristiani che, possono essere credibili ed autorevoli, soltanto ripartendo da piccoli gesti quotidiani, da piccole battaglie, dal recupero del senso civico e dal rispetto degli altri. Una vera rivoluzione di idee può avvenire partendo dall’intimo di ognuno di noi e non aspettandosi che siano sempre gli altri a fare qualcosa. Ogni onesto cittadino può dare il suo contributo e se si dichiara cristiano, lo può fare essendo coerente con i valori che professa, dando testimonianza vera attraverso le opere poiché, una fede senza opere, è solo puro sentimento.
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