Il possibile dialogo tra Chiesa e Massoneria nelle parole dei relatori dell’atteso incontro Acli

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Un pubblico attento, partecipe, dialogante e curioso, ha gremito la sala del Castello di Baccaresca di Gubbio in occasione dell’incontro “Chiesa e Massoneria: un dialogo possibile?” organizzato venerdì 19 ottobre dal circolo Acli Ora et Labora di Fossato di Vico e dalla Massoneria umbra del Grande Oriente d’Italia. Ad aprire il convegno le parole del Presidente del circolo Acli Prof. Sante Pirrami che ha salutato i tanti presenti, fra cui il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, quello di Fossato di Vico Monia Ferracchiato, la vicepresidente delle Acli provinciali Marta Ginettelli ed ha spiegato com’ è nata l’idea di questo progetto pensato circa un anno fa dopo che un membro del G.O.I. aveva incontrato i ragazzi della scuola di Fossato di Vico trattando il tema del Risorgimento italiano ed il ruolo della Massoneria in questo periodo storico. In quella occasione, ha ricordato Pirrami, abbiamo avuto modo di conoscersi e gettare le basi per pianificare l’evento. Le Acli infatti credono fermamente nel dialogo e vedono nell’incontro di realtà, anche distanti, un momento di crescita, di positività e di accrescimento culturale della realtà locale. A stretto giro di posta è arrivato l’intervento di Luca Nicola Castiglione, presidente del collegio dei Maestri Venerabili dell’Umbria, il quale ha subito elogiato la ferma volontà del circolo fossatano di organizzare questo incontro di studio in collaborazione con il G.O.I., un segno evidente di un modo di pensare ed agire che mira a creare dialogo ed incontro. Il dialogo, che è essenziale ad ogni livello, ma che spesso viene disatteso, è un elemento fondamentale del dna cattolico come lo è per la massoneria. Nel corso del tempo ci sono state tantissime iniziative che hanno cercato di far avvicinare il mondo cattolico a quello massonico e l’articolo pubblicato dal Sole 24 Ore del Cardinale Ravasi nel 2016, è di fondamentale importanza per tentare di riaprire questo dialogo. L’appuntamento organizzato dal circolo Acli va in questa direzione e si spera davvero che possa essere servito a conoscersi meglio, pur rimanendo nelle proprie posizioni, ma con la consapevolezza di aver dato un contributo alla crescita di entrambi i mondi e con la disponibilità di potersi incontrare in futuro. Del rapporto tra cristianesimo e massoneria visto dal punto di vista evangelico, ha trattato Pawel Andrzej Gajewsi. Il professore di origine polacca, pastore della chiesa evangelica valdese, ha spiegato come la massoneria ha un rapporto complesso con le religioni. Non si definisce come una religione, non è ostile ad essa ma non ne favorisce e promuove nessuna. Tutte le obbedienze massoniche regolari vietano di trattare temi religiosi durante i lavori ordinari, ma nei numerosi rituali massonici codificati si possono individuare elementi che sono presi in prestito da alcune tradizioni religiose. La proposta massonica può considerarsi come spirituale laica, non si pone in alternativa alle religioni, ma è invece un percorso complementare che non esclude a priori, ma anzi forse valorizza, l’appartenenza di un individuo ad una comunità di fede. La massoneria include la possibilità di superare situazioni conflittuali in cui il fattore religioso sembra predominante. Meriterebbe un rispetto maggiore ed un riconoscimento che oggi in Europa stenta ad avere, ma anzi in alcuni contesti sociali viene ancora guardata con sospetto e grande diffidenza. La netta condanna delle associazioni massoniche espressa in modo chiaro dalla Chiesa cattolica ed invece le posizioni più favorevoli ad essa, dimostrate ad esempio dall’anglicanesimo, dal luteranismo ecc., hanno portato i liberi muratori ad avere un atteggiamento nei confronti del cristianesimo e delle religioni in generale collaborativo nel mondo anglosassone e distante, o addirittura diffidente, nei paesi neolatini. Un altro aspetto messo in luce dal Pastore valdese è lo scontro visibile in tutte le confessioni religiose tra correnti progressiste e conservatrici. Le prime sono più dialoganti ed aperte, mentre le altre identificano la dottrina di una determinata religione come verità assoluta. In ogni caso il miglior antidoto ad ogni eccesso in ambito religioso, come dimostrato negli ultimi secoli, è lo stato laico che non è subalterno ad altri poteri ma ha leggi che mirano soltanto alla giustizia, alla sicurezza ed alla coesione sociale dei cittadini. Uno stato può dirsi pienamente laico quando vede nell’uomo un elemento positivo e confida nelle sue capacità di autodeterminarsi sempre nel rispetto dell’altro. Sul tema della inconciliabilità nel codice di diritto canonico ha relazionato i presenti l’Avv. Fabio Amici che con un lungo excursus storico ha ripercorso la posizione della Chiesa nei confronti della Massoneria. La massoneria fin dalla sua nascita nei primi del 700, è stata vista come un pericolo dai vari Stati ed anche da quello Vaticano, come non ricordare la lettera apostolica di Papa Clemente XII del 1738. Delle prese di posizioni che sono da subito apparse più di ordine politico che prettamente morale. Nel corso dei secoli diversi Papi hanno elaborarono documenti che mettevano al bando la Massoneria soprattutto sotto il periodo risorgimentale con Pio IX e Leone XIII, contrastando apertamente gli aspetti potenzialmente sovversivi dell’ordine sociale e religioso che potevano avere le organizzazioni massoniche. Nel 1917 è arrivata la scomunica contenuta nel Codice di Diritto Canonico. Dopo la seconda guerra mondiale ed il Concilio Vaticano II, i tentativi di riavvicinamento tra i due mondi si sono fatti più intensi ed il dialogo, talvolta pubblico, altre volte più riservato con protagonisti anche molti canonisti emeriti, lasciava intravedere la possibilità di aperture importanti. Questi tentativi riconcilianti hanno avuto il loro culmine con la lettera del 19 luglio del 1974 del Cardinale Seper, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella quale si considerava la possibilità per alcune organizzazioni massoniche di non essere scomunicate e veniva evidenziata la non assoluta inconciliabilità tra Chiesa e Massoneria ma soprattutto la possibilità di valutare caso per caso in base anche all’organizzazione stessa. Un’apertura significativa che però non ha trovato un seguito decisivo. Il documento ufficiale infatti del 1983 sul nuovo canone 1374 da parte dell’allora Card. Ratzinger, ha sancito l’inconciliabilità di principio tra Chiesa e Massoneria, ha vietato l’iscrizione dei cattolici all’organizzazione e peccato grave farne parte. L’articolo del Cardinale Ravasi del 2016 ha riaperto delle prospettive di dialogo che tuttavia non hanno trovato conferme leggendo le ragioni dell’inconciliabilità espresse soltanto un anno prima dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con il volume “Dichiarazione circa le associazioni massoniche”. I temi principali che rendono inconciliabili i due mondi sono: il relativismo, il materialismo, il deismo, la segretezza ed il vincolo di obbedienza, concetti che la Chiesa ritiene insormontabili ma che invece possono trovare delle chiare spiegazioni se si affrontano senza preconcetti ed attraverso un dialogo costruttivo. Il mondo cattolico è stato degnamente rappresentato da Don Gianni Giacomelli, Priore di Fonte Avellana, che con il consueto eloquio pungente ha dato delle chiavi di lettura importanti sul tema dell’inconciliabilità o meno dei due mondi. Quello che davvero rende impossibile il dialogo a tutti i livelli è la paura. Paura dell’altro, del diverso, un fenomeno che attraversa trasversalmente mondi diversi fra cui anche la Chiesa. La struttura gerarchica e dottrinale della Chiesa ha spesso difficoltà a comprendere che la diversità non è un errore ma che insieme tutto il popolo cammina verso la salvezza. E’ importante ricordare di distinguere comunque la struttura gerarchica ed istituzionale in quanto tale dal popolo. La chiesa è anche e soprattutto quest’ultimo aspetto. Un popolo in perenne cammino nella storia. La massoneria, come altre organizzazioni, si sono trovate di fronte a dogmi, canoni, dei muri veri e propri che però nascono soprattutto a causa di una mancanza vera di conoscenza reciproca. Si conosce poco l’altro e talvolta poco anche se stesso. Si condanna perché la controparte viene disconosciuta e questo atteggiamento genera frizioni, incomunicabilità e chiusura. Muri e ponti si costruiscono con lo stesso materiale ma in base a come viene usato questo può generare aperture o chiusure, dei mondi quindi diametralmente opposti. Alcune accuse mosse al mondo massonico non possono essere condivise. Se trattiamo l’argomento del relativismo, spiega Don Giacomelli, ad esempio, è preferibile questo aspetto al suo contrario che è l’assolutismo. Il relativismo apre al mistero, porta alla conoscenza, a voler capire di più sul mondo che si ha di fronte. Inoltre prima di condannarsi a vicenda sarebbe opportuno conoscersi a pieno, vivere ognuno nel mondo dell’altro, avendo sperimentato le posizioni di entrambi si può poi eventualmente giudicare. Per far questo però occorre ascoltarsi, non soltanto parlarsi in una specie di soliloquio, ma comprendersi nelle ragioni di fondo. Prima di parlare quindi di inconciliabilità è bene trovare anche dei valori e delle parole che possano unire, da queste si può partire per aprire una strada dialogante. Chiesa e Massoneria sono due mondi diversi ma questo non deve impedire il confronto, se ci sono delle vie profondamente umane e spirituali da percorrere insieme queste potrebbero rappresentare un punto essenziale per iniziare il dialogo. Il diritto, le regole possono essere utili in molte situazioni, ma non ci danno tutte le risposte, talvolta serve trovarle invece nel livello simbolico che è più di pancia che di ragione, ma che consente di sentire a pieno la passione per l’umano. A chiudere l’incontro di studio le parole di Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. L’ospite ha ringraziato il circolo Acli e la sua organizzazione sempre aperta al dialogo ed al confronto davvero all’avanguardia nel movimento cristiano italiano. Con questo incontro si è tentato di aprire un pertugio che si spera possa diventare un portone fra questi mondi che possono tornare a dialogare in modo aperto, ascoltandosi vicendevolmente. Negli ultimi periodi si stanno moltiplicando le iniziative in molte parti d’Italia sul tema dei rapporti fra Massoneria e mondo cattolico e questo fa ben sperare perché il dialogo con la Chiesa è un argomento da sempre dibattuto e molto ricorrente nella Libera Muratoria Italiana. L’importante è ricominciare ad ascoltarsi, un problema quello della incomunicabilità che sta creando difficoltà a tutti i livelli e che allontana quella fratellanza e quell’umanità che devono essere valori fondamentali da perseguire per ogni organizzazione.
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