In ricordo di Giovanni Bianchi 24 Luglio 2017 24 Luglio 2022

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Cinque anni e due mesi fa, ci lasciava Giovanni Bianchi. Il tempo ha, forse, attenuato il dolore di una perdita così grave, ma il ricordo di un’amicizia e di un insegnamento non è venuto meno, perché sono state fondamentali per le Acli nella loro elaborazione culturale e nella loro prassi. Ricordare Giovanni non è una celebrazione o un elogio funebre, ma la viva ripresa di un pensiero forte e radicato, che ha diretto l’attività del Movimento per molti anni e che ha avuto anche un riflesso nel rapporto con i nostri interlocutori associativi, sindacali e politici. Soprattutto un pensiero che aveva una robusta radice spirituale e che ci accompagna in questa fase complessa segnata dalla pandemia, dalla guerra, dalla crisi economica ma anche da una speranza possibile, che già Giovanni Bianchi aveva evidenziato nella sua incessante ricerca culturale che è proseguita, si può dire, fino all’ultimo suo giorno. Mai come adesso, in questi cinque anni, sentiamo il bisogno di parlarti, di chiederti un orientamento, di aiutarci a capire - Ma forse il senso complessivo della tua lezione - e lo hai detto più volte - è che i maestri servono ad indicare la strada, e gli allievi debbono proseguire in essa cercando la forza in sé stessi.E siamo in tanti, Giovanni, ad esserci mossi sul cammino che tu avevi tracciato così come i tuoi maestri lo avevano tracciato davanti a te.In attesa di ritrovarci tutti insieme davanti al più grande Maestro, la tua memoria vivente orienta il cammino di molti di noi. Ciao Giovanni, grazie per quello che sei stato e per quello che hai fatto.

Tu non ci sei più, ma i tuoi insegnamenti, la tua cordialità e la tua amicizia restano con noi e dentro di noi.

A cura di Giovanni Pascucci
Già presidente regionale Acli Umbre
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